Chi non ha mai sentito parlare dei ruderi di Poggioreale? Il terremoto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 che ha colpito la Valle del Belice è ricordato ancora oggi come una delle più grandi tragedie verificatesi nella storia recente d’Italia. Il sisma interessò in particolare i paesi di Santa Margherita Belice, Gibellina, Salaparuta, Sambuca e Poggioreale.
La vita di chi ha vissuto quegli attimi interminabili è rimasta segnata per sempre, ed i racconti dei testimoni di ciò che avvenne a cavallo di quelle ore regalano tutt’ora brividi. Sono le storie di chi quella fredda notte di Gennaio ha perso un parente, un amico, la casa, l’esercizio commerciale ed è stato infine costretto ad abbandonare per sempre il paese in cui era nato e cresciuto.
Sono storie toccanti che non vanno dimenticate ma meritano anzi di vivere in eterno, per rendere il giusto merito a chi ha messo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri o ha fatto di tutto per dare una mano alla popolazione nelle ore immediatamente successive al sisma.

Indice
La testimonianza straordinaria di chi quella notte era lì
La storia che stiamo per raccontarvi (non ci sono riscontri scritti ma bisogna ricordare che all’epoca non esisteva internet e ciò che non finiva immediatamente sulla carta stampata non veniva più riportato) ma è la testimonianza diretta di una persona che la nostra redazione conosce personalmente e che quella notte del 1968 visse in prima persona la tragedia.
La testimonianza in questione riguarda in particolare il paese di Poggioreale, oggi letteralmente paese “fantasma” perché abbandonato dagli abitanti subito dopo il sisma e ricostruito a valle (i ruderi di Poggioreale sono visitati ogni anno da migliaia di persone).
Ebbene il testimone racconta di ricordare nitidamente che le leggere scosse che si susseguirono nel corso del pomeriggio del 14 Gennaio (quelle che distrussero il paese arrivarono poche ore dopo, nel cuore di quella notte) non vennero interpretate come un campanello d’allarme dalla popolazione, per cui gli abitanti di Poggioreale decisero di trascorrere la notte in casa convinti che quelle leggere scosse del pomeriggio avessero già esaurito la forza tellurica del sisma, non immaginando l’imminente catastrofe in arrivo.

L’eroe anonimo di Poggioreale
È proprio in questo momento, al calar del sole, che entra in gioco un uomo di mezza età della quale il testimone, all’epoca dei fatti poco più che dodicenne, non ricorda il ruolo (sindaco? carabiniere? semplice cittadino?). Egli girò con megafono alla mano tutte le strade del paese più e più volte, esortando i suoi compaesani ad abbandonare le abitazioni e trascorrere fuori la notte temendo scosse ben più potenti in arrivo.
Alla fine la sua insistenza fu premiata: gli abitanti di Poggioreale gli diedero ascolto e a sera abbandonarono le case. Le due potentissime scosse che arrivarono nel cuore della notte spaccarono a metà ogni costruzione dell’uomo ma non ebbero le stesse conseguenze, in termini di perdite umane, purtroppo verificatesi nei paesi vicini.
Non sappiamo né il nome né il ruolo di quest’uomo che salvò la vita a tantissime persone, ma sarebbe bello dargli il giusto merito. Se qualcuno dovesse conoscere ulteriori dettagli sui fatti e sull’identità di quest’uomo, sarebbe bello se potesse contattare la nostra redazione così da poter aggiungere importanti dettagli su questa storia.

I Ruderi di Poggioreale
Oggi i ruderi di Poggioreale rappresentano la memoria storica di un tragico evento costato la vita a 410 persone in tutta la Valle del Belice, la fotografia di un momento che sembra essersi fermato nel tempo per dare a tutti la possibilità di comprenderne la drammaticità.
Percorrere le strade, i vicoli e le piazze del paese restituisce tutt’oggi un senso di inquietudine misto a stupore: tutto è rimasto come allora, e all’interno delle abitazioni (guardando dall’esterno ma senza entrare per ovvie ragioni legate alla sicurezza) è ancora possibile scorgere indumenti, suppellettili e utensili di ogni giorno, racconto di una quotidianità improvvisamente spezzata.
Il silenzio che pervade i ruderi di Poggioreale colpisce il visitatore più di ogni altra cosa, si ha la sensazione continua di dover incrociare un passante da un momento all’altro sebbene non ci sia proprio nessuno, una vera e propria città fantasma. Ad alimentare questa percezione, vi è anche il fortuito sbattere delle persiane, che continuano ad aprirsi e chiudersi da sole quando il vento soffia un pò più forte, producendo rumori forti quanto improvvisi.
Sono ancora perfettamente distinguibili l’ufficio postale del paese, la biblioteca e un paio di chiese, mentre all’interno della scuola vi sono ancora i piccoli banchi dei bambini ed il calendario alla parete fermo al Gennaio del 1968. La maggior parte degli edifici mostra crepe evidenti, mentre alcuni sono letteralmente aperti a metà e ormai invasi dalla vegetazione spontanea.
Come raggiungere il paese fantasma di Poggioreale
Poggioreale è certamente un luogo affascinante e merita una visita se doveste trovarvi da quelle parti. È raggiungibile da Palermo tramite lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca e poi uscita Poggioreale, mentre provenendo da Trapani è necessario uscire allo svincolo di Gallitello, imboccare lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca e prendere l’uscita Poggioreale.