Le catacombe dei Cappuccini di Palermo si trovano esattamente nei sotterranei dell’omonimo convento, sito in Piazza Cappuccini 1 (qualche minuto a piedi dalla Cattedrale e dal Palazzo dei Normanni).
Qui i vivi incontrano i morti, e questi ultimi offrono spunti di riflessione su quella che è la temporaneità della vita e l’inutilità di cumulare beni e ricchezze destinate a rimanere su questa terra.
Indice
Cosa sono le catacombe dei Cappuccini di Palermo?
La storia delle catacombe dei Cappuccini ha inizio alla fine del 1500, quando i frati seppellivano i confratelli deceduti all’interno di vere e proprie fosse comuni, che si trovavano esattamente sotto l’attuale chiesa.
Quando in seguito venne ampliato il cimitero sotterraneo e si decise di traslare le salme, i frati cappuccini scoprirono che ben 45 salme si erano mummificate in maniera naturale. Questo fenomeno venne interpretato come un segno divino, e per questo fu deciso di esporre le salme (che oggi molti chiamano le “mummie di Palermo”) all’interno di nicchie appositamente ricavate.

Negli anni a seguire le pratiche di imbalsamazione vennero praticate ad altri confratelli, ma anche a tutti quei laici le cui famiglie potevano permettersi i costi di tali pratiche, che per ovvie ragione non erano economicamente accessibili a tutti.
Di chi sono le mummie esposte nelle catacombe di Palermo?
Oggi è possibile dunque ammirare non soltanto le salme dei prelati ma anche quelle di borghesi dell’epoca negli abiti “della Domenica”, militari in uniforme, interi gruppi familiari i cui componenti sono in piedi l’uno accanto all’altro, giovani donne decedute vergini e che indossano il proprio abito da sposa, bambini e nobili dell’epoca.
Molte delle salme presentano ancora oggi pelle, unghia, capelli, barba e baffi perfettamente integri, così come gli abiti che indossano. Danno nitidamente la sensazione di dormire e di poter aprire gli occhi da un momento all’altro, regalando una sensazione di stupore mista ad inquietudine.
Altre salme non sono invece conservate così bene, e di loro rimane poco più che il teschio e della evidente paglia che fuoriesce dagli abiti, la quale veniva utilizzata per dare comunque una forma alle salme deteriorate in maniera irrimediabile dal tempo.

Da sottolineare a questo proposito, che la tecnica di imbalsamazione non è stata la stessa per le circa 8000 salme presenti, questo è il motivo per il quale alcune mummie sembrano essere perfettamente conservate e altre appaiono ormai compromesse.
Non è mai stato fatto un lavoro di inventario approfondito, per questo oggi parecchi dei corpi esposti non hanno un nome, e ciò è un peccato perché molti di loro sembrano esprimere il desiderio di poter raccontare la propria storia. Nonostante questo, vi sono alcune mummie le cui vicissitudini sono invece note e rappresentano un po’ il simbolo delle catacombe dei Cappuccini di Palermo.
Abbiamo deciso in particolar modo di raccontare la storia di due degli “ospiti” delle catacombe dei Cappuccini: la piccola Rosalia Lombardo e Antonino Prestigiacomo.
Rosalia Lombardo, “la mummia più bella del mondo” che apre gli occhi
Quella della piccola Rosalia Lombardo, morta all’età di due anni il 6 Dicembre del 1920 in seguito ad una polmonite, è una storia che affascina ed al tempo stesso intenerisce milioni di persone, le quali visitano la cripta dei cappuccini principalmente per poter ammirare da vicino “la bella addormentata di Palermo”, come è stata rinominata.
A seguito del suo decesso (avvenuto pochi giorni prima del suo secondo compleanno) i genitori, travolti dal dolore, decisero di regalare l’immortalità al corpicino dell’amata figlioletta e chiesero per questo al più grande esperto del settore, il Dott. Alfredo Salafia, di mummificare il corpo di Rosalia.
In realtà, la pratica di imbalsamazione dei cadaveri non era più in uso da quasi 60 anni, per via della normativa igienico sanitaria che ne fece divieto a partire dal 1861, ma ciò non arrestò gli intenti di chi non riusciva a superare il distacco fisico da una persona cara venuta a mancare.
Il Dott. Salafia era all’epoca considerato un luminare nell’imbalsamazione dei cadaveri, ed in effetti il suo intervento ha preservato perfettamente il corpicino di Rosalia Lombardo a distanza di ormai 98 anni dal decesso.
Una formula che è rimasta segreta
La formula che il professore utilizzò è rimasta un mistero per tantissimi anni ed è diventata oggetto di studi e ricerche, dato che nessun altra delle mummie presenti nelle catacombe dei Cappuccini è riuscita a conservarsi in maniera così incredibilmente perfetta, come se il tempo si fosse fermato al momento della morte.
È ancora oggi possibile ammirare le guance morbide della bambina, i suoi capelli biondi e le sopracciglia folte, proprio come se stesse semplicemente dormendo. Soltanto qualche anno fa, grazie alla collaborazione dei discendenti di Salafia, è stato possibile risalire alla formula chimica che era ben conservata all’interno di uno dei tanti appunti di lavoro del dottore: si tratta di una iniezione di una miscela di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico, più paraffina disciolta in etere per mantenere un aspetto del volto vivo e rotondeggiante.
Un particolare facilmente riscontrabile inoltre, attira ancor di più l’attenzione dei curiosi sulle spoglie mortali di Rosalia. La bambina infatti, apre gli occhi circa una o due volte al giorno, il che induce alcuni a gridare al miracolo o a vedere segni divini in questo fenomeno particolare. Gli studiosi invece, ritengono che il movimento delle palpebre avvenga a causa di variazioni di umidità all’interno della stanza e della teca in cui la mummia della bambina è adagiata.
Ciò appare plausibile considerando che anche capelli e ciglia della piccola Rosalia tendono oggi ad essere di un colore molto più chiaro se paragonato alle sue foto scattate 15 o 20 anni fa, mentre la pelle sembra aver assunto una tonalità leggermente più scura. Questo è il motivo per il quale la sorella di Rosalia Lombardo ha presentato denuncia, ritenendo che la nuova teca hi-tech nella quale è stato recentemente sistemato il corpicino della sorella sia responsabile di queste variazioni.
Antonino Prestigiacomo, il Don Giovanni del ‘700
Di Antonino Prestigiacomo si dice sia stato un inguaribile amante delle donne: morto nel 1844 e sottoposto ad imbalsamazione con un bagno in arsenico, la sua mummia è ancora oggi meravigliosamente intatta ed è stata sistemata in piedi, all’interno di una nicchia al centro di un lungo corridoio.
Si dice che abbia espressamente richiesto di ricevere degli occhi di vetro quando il suo corpo sarebbe stato esposto, così da poter continuare ad ammirare le donne anche dopo la morte. Ecco perché la sua mummia è stata collocata in un punto così cruciale delle catacombe, ed il suo sguardo sembra realmente incrociare quello di tutti coloro che gli passano dinanzi.
Le catacombe dei Cappuccini di Palermo in tv
In questi anni sono state diverse le produzioni televisive che hanno dedicato la propria attenzione alle Catacombe di Palermo: tra queste Passaggio a Nord Ovest di Alberto Angela, il cui documentario tv “La Cripta dei Cappuccini” rende il giusto merito a questo luogo così surreale che merita assolutamente di essere inserito nell’elenco delle cose da vedere a Palermo.
Come arrivare alle catacombe dei Cappuccini di Palermo
Dalla stazione centrale puoi sfruttare la linea 110 Amat (prezzo del biglietto 1,40€, validità 90 minuti) e scendere a Piazza Indipendenza. Da lì a piedi attraversa la piazza, imbocca la via Cappuccini e gira a destra al primo incrocio, quello con via Pindemonte.
Percorri la via Pindemonte per 500mt e sarai giunto a destinazione. Se arrivi in auto considera che vi è una piazzetta con circa 30 parcheggi auto proprio davanti l’ingresso delle catacombe dei Cappuccini.
Orari di apertura e costo ticket d’ingresso
Orari di visita: Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo sono aperte tutti i giorni, festivi compresi, ed è possibile visitarle la Mattina dalle 09:00 alle 12:30 (ultimo ingresso alle 12:15) ed il Pomeriggio dalle 15:00 alle 17:30 (ultimo ingresso alle 17:15).
Prezzo di ingresso: 5€ intero, 3€ ridotto.
Il mio antenato è Antonino prestigiacomo non ha deciso di avere occhi di vetro è morto per il veleno della sua amante che era gelosa è gli ha dato un liquore…..e mentre stava andando al cavallo piano piano il veleno ha fatto effetto ed è morto.
Buongiorno Francesco,
grazie per il suo intervento. Sembra essere una storia interessante da raccontare, le andrebbe di scriverla e mandarcela così da poterla pubblicare e rendere nota a tutti?
Grazie.